“Scrivere libri è bellissimo, anche perché ritornano”, mi disse un amico e collega giornalista e scrittore nove anni fa, nel 2010, appena era uscito il mio primo romanzo, I diavoli di via Padova. Allora non capii bene il senso di questa frase, ma ora, a distanza di tempo, mi sono reso conto del suo significato: a differenza di un articolo di giornale, che può essere letto anche da tantissime persone, ma nella maggior parte dei casi esaurisce il suo effetto sul pubblico in alcuni giorni, i libri hanno una vita lunghissima, alcuni addirittura “perenne”.
Nel caso de I diavoli di via Padova mi accorsi in pochi mesi che il mio libro “tornava”. Si tratta di un romanzo ambientato in un quartiere di Milano, dunque ho cominciato a essere invitato a dibattiti incentrati sulla situazione e l’evoluzione di via Padova, poi sulle periferie e sulla città in genere. Ancora oggi, ricorrentemente, partecipo a incontri grazie ai Diavoli. E nel 2014, al Teatro Verdi di Milano è andato in scena per quattro giorni lo spettacolo Diavoli dannati, ispirato al mio romanzo.
Una fortuna simile ha avuto Brigate Nonni, cha racconta un’immaginaria rivoluzione messa in atto da anziani rimasti senza pensione: sono stato chiamato a partecipare, oltre a tavole rotonde, a trasmissioni radiofoniche e televisive, per parlare di pensioni, un argomento ancora “caldo” e di attualità (forse lo sarà per sempre). Inoltre, un’importante casa di produzione cinematografica ha opzionato i diritti per la trasposizione del libro in un film. La pellicola non è ancora stata realizzata, per motivi legati alla produzione, ma l’idea resta attiva, e chissà mai che un giorno Brigate Nonni “torni”, appunto, sul grande schermo.
Anche Il ragazzo di via Padova. La vita avventurosa di Jess il bandito, dedicato ad Arnaldo Gesmundo, uno dei protagonisti della storica rapina di via Osoppo, nel 1958 a Milano, è un racconto ancora vivo, e credo lo sarà per sempre. Un saggio, una biografia di un personaggio famoso, “torna” ogni volta che accade qualcosa che ha attinenza con quella vicenda. Quando Palazzo Morando, nel 2017, ha ospitato la bellissima mostra Milano e la mala, con testi e immagini, sulla storia della malavita a Milano, è stata allestita un’intera sala dedicata alla rapina di via Osoppo e mi è stato chiesto di scrivere un capitolo del catalogo.
Milano rapisce, il mio nuovo romanzo, un giallo (o thriller psicologico), uscito alla fine di gennaio del 2019, ha iniziato a tornare subito: ho fatto diverse presentazioni pubbliche, ho portato in scena già due volte in locali milanesi uno spettacolo in forma di reading tratto dal libro, assieme al cantautore, musicista e compositore (e mio carissimo amico) Folco Orselli. A metà maggio, è stata prodotta una seconda edizione cartacea: a soltanto due mesi dall’uscita, le copie del romanzo erano già esaurite. In più, Amazon ha deciso di includere Milano rapisce in una campagna promozionale di alcuni titoli, in formato eBook, dal 1° al 30 giugno, al prezzo speciale di 3,99 euro. Ciò vuol dire che verrà dato un ampio risalto al libro, una vera e propria vetrina sul web. Ecco che Milano rapisce “torna” già in tante forme e riserva sorprese inaspettate. Spero che, con me, anche i lettori vengano “rapiti” da questo giallo, in cui il commissario Egidio Luponi indaga su una misteriosa catena di sequestri, a Milano. E l’ultima pagina del libro ne aprirà tante altre, perché ho già cominciato a scrivere un altro thriller, con protagonista sempre il nostro Luponi, poliziotto alla soglia della pensione, uomo all’antica, con un eccezionale fiuto investigativo.
Buona lettura, e ricordatevi: il libri “tornano” sempre, e questa è una buona, anzi ottima, notizia. Parola di cronista.